Sono cresciuto nella campagna Romagnola, i miei vicini di casa erano prevalentemente agricoltori, “uomini tuttofare” che oltre a essere agricoltori, sapevano fare gli idraulici, gli elettricisti, i muratori, i meccanici, sapevano saldare, riparare, ricostruire e sistemare praticamente tutto, li ammiravo moltissimo e passavo molto tempo con loro.
Mio babbo era artigiano, mi ha trasmesso i principi dei lavori fatti bene “se li fai bene durano per sempre” mi diceva. Mia mamma era infermiera specializzata in patologia neonatale, appassionata anche di cucito e ricamo, ha lasciato il lavoro da infermiera per fare la mamma a tempo pieno (del resto siamo cinque fratelli). Lei mi ha trasmesso la passione per la medicina, ma anche cosa vuol dire mettere passione e creatività nelle cose che facciamo.
Nel mio lavoro cerco sempre l’aggiormanto e il confronto internazionale per poter offrire i trattamenti più evoluti.
Credo che ogni tecnica “moderna” sia migliorabile. Perché il “semplificare” e il rendere le tecniche e i trattamenti sempre più mininvasivi è di fatto un processo in continuo miglioramento, e mi piace contribuire a questo.