Chirurgia protesica mini-invasiva
Una tecnica che non danneggia nessun tendine e muscoloSi tratta di una nuova tecnica che richiede una piccola incisione cutanea: 5-7 cm contro i 15 cm tradizionali. Inoltre, laprotesi d’anca mini-invasiva permette il posizionamento della protesi senza danneggiare nessun tendine o muscolo.
Protesi Anca Mininvasiva Ceramica
La sostituzione delle superfici articolari dell’anca (protesi d’anca) è un intervento consolidato che permette il recupero di una ottima qualità di vita e la scomparsa del dolore. Nuovi progressi consentono l’uso di tecniche mini-invasive per eseguire la protesi d’anca con notevoli vantaggi rispetto alla procedura tradizionale.
In particolare la protesi d’anca per via anteriore diretta mini-invasiva presenta grandi vantaggi:
- dolore praticamente assente nei giorni successivi all’intervento;
- cicatrice molto piccola (“bikini” o standard);
- rapida ripresa del lavoro e dell’attività fisica;
- notevole stabilità con pericolo di lussazione praticamente assente;
- conservazione delle strutture anatomiche fondamentali per una buona biomeccanica e quindi ottima “sensazione”dopo l’intervento con grande sicurezza;
- riduzione molto importante delle perdite di sangue;
- durata della protesi che rispecchia i migliori risultati della letteratura.
Tutto questo porta a rendere molto più “leggero” l’intervento di protesi d’anca e ad avere un rapido recupero dopo l’intervento, infatti circa il 30-40 % dei pazienti può abbandonare le stampelle dopo 4 giorni dall’intervento.
La via di accesso anteriore nell’artrosi dell’anca ha una storia molto lunga, ma per molti anni è rimasto praticamente sconosciuto e poco considerato.
Nel 1826 il dott. John Barton già utilizzava questa via di accesso per il trattamento dell’artrosi dell’anca attraverso l’osteotomia del grantrocantere.
Nel 1923 gli ortopedici Heuter e Smith Petersen diedero lo sviluppo e la divulgazione maggiore a questa via chirurgica (che infatti prende il loro nome) utilizzandola per le prime protesi d’anca (coperture delle teste femorali con coppe in vitalio).
La via anteriore fu utilizzata nel trattamento dell’artrosi d’anca per la prima volta in Italia presso gli Istituti Rizzoli di Bologna dal dott. Francesco Delitala per posizionare una endoprotesi nel 1947.
Negli anni dello sviluppo della protesi d’anca molte scuole ortopediche svilupparono in maniera indipendente diverse modalità per eseguirne l’impianto protesico.
La vie chirurgiche che si sono sviluppate per realizzare la protesi d’anca sono oltre alla via anteriore, le vie laterali(Hardige, Bauer, Watson-Jones), la via postero-laterale (Austin Moore) e la via posteriore (Kocher).
In questi anni di sviluppo che hanno portato all’attualetipologia di protesi d’anca, l’attenzione è stata rivolta ai materiali e ai disegni protesici. Fino a quando questi non sono diventati affidabili le vie di accesso mininvasive non potevano dare un valore aggiunto.
Le vie di accesso all’anca con maggior diffusione in epoca pre-internet sono le vie postero-laterali e quelle laterali. La via anteriore era utlizzata in centri con poca risonanza internazionale.
Grazie alle nuove tecnologie (in particolare internet) e alla facilità di diffusione delle informazioni (mail, siti internet, youtube) da circa 10 anni la sua diffusione sta diventando notevole.
Le grandi potenzialità della via d’accesso anteriore mininvasiva si possono realizzare se ovviamente l’impianto viene eseguito in modo corretto.
Prima di eseguire un intervento di protesi anca è necessario eseguire una pianificazione molto accurata allo scopo di valutarne le difficoltà tecniche, la tipologia e le taglie della protesi, la tipologia di accoppiamento, i biomateriali, l’ottimizzare del posizionamento per ripristinare la geometria ideale (un corretto movimento e lunghezza della gamba).
Dal 2006 ho integrato le mie competenze professionali con questa tecnica divenendo insegnate nazionale in protesi d’anca mini invasiva anteriore. Attualmente la eseguo in maniera abituale con risultati molto soddisfacenti che rispecchiano le aspettative mie e dei pazienti.
L’accuratezza nel posizionamento delle componenti protesiche, la scelta dei biomateriali di ultima generazione e lo sviluppo di una tecnica chirurgica altamente rispettosa dei tessuti corporei hanno permesso un grosso salto in avanti nel trattamento dell’artrosi d’anca.
– Dott. Andrea Blasi
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